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Arrivano le belle giornate e l'odore è quello “tipico” della primavera

Ultimo Aggiornamento: 24/02/2008 20:59
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Città: NAPOLI
Età: 116
Sesso: Maschile
24/02/2008 20:59

Sabato 23 febbraio. Posteggio a largo Fossi, sotto casa, e noto che da quei rimorchi di camion che da qualche settimana sono posteggiati nel parcheggio, fuoriesce una nuvoletta di fumo. La nuvoletta è quella classica di quando della roba organica, dopo una giornata di calore dentro una serra di plastica, inizia a fermentare...forse qualcuno terrà del mosto dentro a quei rimorchi?
Domenica 24 febbraio. Dopo pranzo, una sana boccata d'aria pulita dal mio terrazzino, oggi la giornata è bellissima con un sole stupendo: la primavera sta per arrivare con tutti i suoi colori ed odori. Odori che inalando, inalando mi appaiono sempre meno primaverili, c'è una fragranza molto conosciuta che mi porta ad immaginare sterminati campi di...monnezza.

Faccio un passo indietro e ricordo che quei rimorchi a largo Fossi li hanno posteggiati circa una o due settimane fa, ricordo di aver visto anche una ruspa e degli operai che quasi sicuramente li hanno riempiti di monnezza: quella buttata nella nuova discarica comunale “largo Fossi” e magari dell'altra raccolta in giro.
Ogni tanto arriva un camion che si aggancia un rimorchio e lo porta via per qualche ora: lo andranno a svuotare in Molise e a riempire non so dove. Nel frattempo, anche la nuova discarica comunale di largo Fossi comincia a riempirsi di scatoloni e buste blu, bianche o nere portate da automobilisti provenienti da chissà dove.
Mentre scrivo, dalla mia finestra aperta continuo ad assaporarmi tutto il delicato aroma di monnezza, misto alla fragranza emanata dal telone di plastica che avvolge la nostra protagonista.

La situazione è grave già da tempo, ma ora, anche volendo, è impossibile per chiunque far finta di niente e tirare avanti con la propria vita quotidiana. E' sempre più forte l'esigenza di fare qualcosa immediatamente, anche come singoli cittadini: credo che come me siano in tanti a non riuscire più a stare con le mani in mano ad aspettare che i politici o i commissari straordinari risolvano la situazione.
Certo ci sono alcuni piccoli gesti che già da tempo ognuno di noi potrebbe e dovrebbe compiere: per prima cosa, come prima emergenza, sforzarsi di fare la raccolta differenziata e portarla presso l'isola ecologica; tentare di usare il meno plastica possibile, cominciando dal cercare di evitare le buste del supermercato portandosi da casa delle sporte di iuta, dei carrelli, degli scatoloni o delle buste riciclate; cercare di utilizzare meno plastica in casa magari lavando qualche piatto o bicchiere in più...
Forse non è semplicissimo cambiare le proprie abitudini quotidiane, all'inizio, ma è più che mai necessario, e in poco tempo ci si accorge che è possibile e che non si tratta di chi sa quali sacrifici o complicazioni.
Tutto questo però non basta: sarebbe ora di creare un comitato cittadino che gestisca i rapporti con i politicanti, sensibilizzi la gente sui reali problemi dell'ambiente e proponga delle alternative ai governanti di turno. Un comitato potrebbe fare pressione per l'attuazione di alcune misure anche semplici e immediate: per prima cosa andrebbe richiesta con urgenza la raccolta della differenziata porta a porta, che dovrebbe essere promossa anche tramite incentivi economici ed iniziative di informazione, per far capire alla gente come contribuire al meglio (ad esempio lavando le varie confezioni prima di gettarle, etc.); un'altra iniziativa necessaria sarebbe quella di incentivare (se non obbligare) i commercianti ad utilizzare il più possibile l'antica ed efficace tecnica del vuoto a rendere e dell'uso sobrio di contenitori di plastica vari. Un esempio pratico riguarda la birra Peroni. La birra più bevuta in zona è disponibile anche con il vuoto a rendere (in alcuni paesi vicini l'ho vista con i miei occhi): tramite un'ordinanza comunale si potrebbero obbligare i bar a mescere solamente birra col vuoto a rendere. Allo stesso modo si potrebbero spingere i supermercati a evitare l'uso di quelle inquinantissime vaschette gialle del reparto salumeria e macelleria, tornando alla più semplice carta oleata (che pesa anche meno, visto che paghiamo pure “l'irrisorio” peso della vaschetta).
Questi sono soltanto alcuni esempi, tra i più semplici da realizzare, tra le tante azioni che si potrebbero intraprendere per riportare la situazione non dico ad un livello di sostenibilità ecologica, ma almeno a quel minimo di decenza che si riesce a mantenere non solo in tante regioni d'Europa e d'Italia, ma anche in alcuni comuni della nostra disastrata Campania: se ce l'hanno fatta a Mercato San Severino perché non dovremmo riuscire anche qui?

Il problema riguarda tutti i cittadini: non ha più senso delegare tutte le responsabilità ai politici e dar loro tutta la colpa perché non sono certamente loro a produrre e buttare così tanta monnezza dappertutto. La gente comune fa la sua parte, per esempio tenendo pulite e lustre le proprie case e sporcando tranquillamente i quartieri altrui. Penso che un paese così bello non si meriti questo, da “straniero” provo molta rabbia a vedere un così interessate sito, pieno di storia e pieno di monnezza.
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